Parvapolis (25/01/2013)
Poche settimane fa il ciclista statunitense Lance Armstrong ha confessato di aver vinto i suoi sette Tour de France, dal 1999 al 2005, da dopato. In quel preciso momento tutto il mondo ciclistico si è ricordato di Filippo Simeoni, il corridore di Sezze, che nel 2003, per primo, aveva fatto sorgere dubbi sulla correttezza dello statunitense. Fu emarginato, ebbe attimi di gloria con la conquista del titolo italiano nel 2009 ma cadde nel dimenticatoio. Adesso è cercato dai media di tutto il mondo. E’ andato in Rai, su Sky, lunedì prossimo a Sezze andrà France2, la più importante televisione transalpina, sono in coda giornalisti danesi, tedeschi ed altri ancora. Adesso gestisce un bar in un centro commerciale in via Roccagorga. Ha due figli di 10 e 4 anni con il primo che già fa le sue prime gare in bicicletta. E’ vice presidente di una società Il Pirata nome messo in onore di marco pantani, suo grande amico. Siamo andati a trovarlo. Sempre gentile, disponibile come l’ultima volta che ci siamo incontrati all’Icot dove stava facendo i controlli medici. Il Volto sereno tradisce una certa commozione a parlare di fatti che hanno condizionato la sua vita di atleta ed anche economica. Ma ha sempre una grande dignità. Parla a ruota libera, senza cattiveria con qualche rimpianto per un mondo dal quale ad un certo punto era stato escluso. Adesso non vuole parlare di rivincita. Quello che gli è stato tolto nessuno glielo può più restituire.
LA CARRIERA
E’ nato per sbaglio a Desio in Lombardia dove il padre si era trasferito per lavoro, 42 anni fa ma è un setino, o anche sezzese, puro sangue. Filippo Simeoni ha, sempre, avuto il ciclismo nel sangue. A 9 anni le foto di Hinault tappezzano la sua stanza. Comincia a salire sul sellino di una bici. Si appassiona sempre più. Diventa dilettante e comincia a capire che qualcosa non va. Gli piacciono le corse in linea dove c’è da sudare, da scalare qualche Gran Premio della montagna. Potremo definirlo uno scalatore ma capace di qualsiasi impresa anche nelle corse da un giorno. Entra nel mondo dei professionisti nel 1995, a 24 anni, con un team importante come la Carrera Jeans, vi rimane due anni, dove ha come compagno di squadra un certo Marco Pantani e Claudio Cappucci. Nel 1997, sempre per due stagioni, si trasferisce all’ Asics con Chiappucci seguendo il direttore sportivo Davide Boifava. Poi in rapida successione Riso Scotti, Amica Chips, AcquA&Sapone, altri due anni, Domina vacanze e Naturino, sempre per due stagioni. Nel 2007 passa all’Aurum Hotels ma la società già a luglio viene esclusa dalle corse dall’Fci per problemi finanziari. Dal 2008 al 2009, stagione al termine della quale si è ritirato, ha corso per la Ceramica Flaminia-Bossini Docce. Nel 2008, a Bergamo, trentasettenne, si è laureato campione italiano nella prova in linea. Altre due vittorie di rilievo sono state le due tappe alla Vuelta a España, una nel 2001, nell’occasione si fermò a pochi metri dalla linea del traguardo per baciare la sua bicicletta e una nel 2003. Potrebbe sembrare una carriera come un’altra di un ciclista italiano. Ma proprio nel 2003 arriva il momento drammatico della sua esistenza. Scoppia il doping e Filippo Simeoni si autodenuncia durante il processo per doping al dottor Ferrari confessando di aver comprato ed usato sostanze dopanti dallo stesso Ferrari, guarda caso, lo stesso che ha tra i suoi clienti Lance Armstrong che dal 1999 è il dominatore assoluto del Tour de France. Viene squalificato Non fa il nome del corridore statunitense ma egualmente l’americano lo bolla come “mentitore assoluto”. Simeoni lo querela. Lo scontro duro arriva nel Tour del 2004 quando a tre giornata dalla fine della corsa francese Simeoni scatta dal gruppo per andare a raggiungere sei fuggitivi. A quel punto avviene qualcosa d’incredibile. La maglia gialla scatta dal gruppo, raggiunge Simeoni ed insieme raggiungono i primi. Sembra una fuga qualsiasi ma la maglia gialla parla con i sei fuggitivi e lo spagnolo Garcia Costa, in fuga dall’inizio della tappa si avvicina a Simeoni e gli dice che Armstrong non vuole la sua presenza. Lo invita a non proseguire la fuga altrimenti sarebbero stati raggiunti dal gruppo. Simeoni rallenta, il gruppo si fa sotto ed Armstrong si rivolge all’atleta italiano dicendogli che aveva sbagliato a denunciare il dottor Ferrari e a querelarlo quando disse che era un bugiardo. E aggiunse: “Io ho tempo e soldi e ti distruggo quando voglio”. Ed in effetti fu così. Filippo Simeoni fu isolato da una buona parte dei corridori anche italiani e di gran nome. Furono anni difficili e brutti. Nel 2008, correndo per la Ceramica Flaminia, con un finale incredibile diventa campiona italiano. Che soddisfazione!. L’anno successivo con la maglia di Campione d’Italia si aspetta la chiamata per fare il Giro d’Italia ma caso più unico che raro la Bossini non venne invitata. Filippo Simeoni fu schifato da quel gesto degli organizzatori, si disse per voler di Armstrong, si ritirò dal ciclismo restituendo la maglia tricolore.